Sono un’osservatrice instancabile da sempre e più cresco, più sono attenta a sguardi, atteggiamenti e modi di porsi delle persone. Credo sia per questo che nei momenti in cui ho bisogno di staccare davvero, mi immergo nella natura, con la musica o con un buon libro.
Personalmente trovo necessari queste parentesi di completa solitudine, di silenzi intesi, non solo come assenza di rumori, ma anche di input che non sono scelti intenzionalmente da noi.
Qualche giorno fa ho riletto una frase bellissima di Gandhi che mi ha dato lo spunto per questa riflessione:
“Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”
Ormai lo saprete quanto io ami gli aforismi, li trovo da sempre uno strumento potente che iniziò a farmi cambiare modo di pensare quando ancora non amavo leggere i libri. Qualche anno fa ne iniziavo cento senza finirne nemmeno uno, andando a sbirciare solo le frasi che più mi colpivano. Non c’è nulla di sbagliato in questo, anzi è stato il mio personalissimo modo di iniziarmi alla lettura e alla scrittura in modo molto più maturo.
La potenza della frase di Gandhi è incredibile, nonostante la sua semplicità. Credo che la conoscano tutti, eppure nonostante sia così inflazionata, spesso viene sottovalutata tanto da non metterla in pratica davvero.
“Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo” fu per me un’epifania che mi ha portato a riflettere sulle cose che mi facevano stare male, portandomi a mettere in discussione il mio stesso comportamento.
1. PRIMA DI PARLARE RIFLETTO E MI METTO NEI PANNI DELL’ALTRA PERSONA.
Credo che dire sempre la verità non sia sinonimo di intelligenza, ma di poca grazia ed empatia. Le parole hanno un forte impatto nella vita di chiunque e saper intervenire portando un valore aggiunto, senza offendere qualcuno è qualcosa in cui credo fortemente. Non sono sempre stata così, eppure lavorare su me stessa e con molte ragazze, mi ha fatto capire quanto sia importante saper dosare le nostre parole, i nostri giudizi e le nostre opinioni.
Se ci pensate, molto spesso gli interventi più codardi sono mossi da una frustrazione e insoddisfazione interna che tutti possono aver provato, ma essere intelligenti significa saper riconoscere il proprio stato negativo evitando di far del male agli altri. Pensate alle conseguenze negative che battute, commenti goliardici e similari possono scatenare nelle persone a cui ci rivolgiamo, anche se l’intenzione era “innocente”. C’è una frase bellissima in merito che dice: “Dire tutto ciò che si pensa vuol dire non pensare abbastanza”.
A mio parere non esistono persone sensibili e insensibili alla nascita e trovo sbagliato l’approccio del “sono così perché lo hanno fatto prima a me”. Ci sono diverse teorie nella psicologia applicata che parlano di come il nostro passato possa influenzarci, non lo metto in dubbio, ma io sono a favore di chi si assume le responsabilità delle proprie azioni e dei propri cambiamenti, in funzione di ciò che trova giusto o non giusto essere.
2. RIFLETTI SUL TUO UMORE PRIMA DI ENTRARE IN CONTATTO CON QUALCUNO.
Sapete qual è la frase che ogni mattina poco prima di varcare la soglia dell’ufficio leggiamo in SGP? “Prohibido entrar de mal humor”. (Proibito entrare di cattivo umore). Abbiamo trovato questo zerbino bellissimo che ogni giorno mi fa sorridere e riflettere.
Ciò non significa che dobbiamo fingere di stare bene sempre, ma semplicemente di imparare a responsabilizzarci nei confronti del nostro umore prima di entrare in contatto con altre persone.
Questo pensiero mi ricorda un tardo pomeriggio di un anno fa in compagnia di una donna meravigliosa.
Io e Valentina eravamo sul lungo mare a Las Palmas, avevamo finito di lavorare e ci stavamo rilassando chiacchierando con Cindy, la mamma di uno dei miei più cari amici, che ci raccontava con molta naturalezza come fosse andata la sua giornata.
“Questa mattina ero nervosa, non mi sono alzata bene e quando sono andata da mio figlio mi sono resa conto che stavo entrando in contatto con lui con un atteggiamento sbagliato. Perciò mi sono fermata prima di entrare e ho lasciato la mia negatività fuori.”
Lei ha continuato a parlare, aveva detto quella cosa con una naturalezza disarmante.
Io e Vale ci siamo guardate e quando ha finito le abbiamo fatto notare che ci aveva colpito moltissimo.
Se ci soffermiamo un attimo a pensare, quante volte ci capita di interagire con qualcuno o di entrare in casa o a lavoro portandoci dietro un’aurea di negatività e pessimismo?
Stare lontano dalla gente che si lamenta sempre è un meccanismo di autodifesa fondamentale per preservarci, ma in questo Happy Friday voglio farvi riflettere sui nostri stessi atteggiamenti. Da questo punto per me fondamentale voglio lanciare la nostra prima challenge legata proprio a quei comportamenti che spesso sono inconsapevoli per noi. La troverete alla fine di questa newsletter e ci tengo davvero che ognuna di voi si concentri in questo compito.
3. DOMANDA CON OCCHI SINCERI, ATTENTI E PRESENTI.
Si, viviamo nella cultura del FAST, quella del tutto e subito e questo, non solo sta influenzando negativamente molti aspetti del nostro carattere, come la resilienza, la pazienza e la perseveranza, ma sta concedendo sempre meno tempo a momenti di qualità vissuti nei nostri rapporti umani.
Mi sono ritrovata diverse volte a rimanere delusa perché le persone attorno a me non si fermavano a chiedermi come stessi con occhi presenti, ma fugaci e poco introspettivi.
Spesso dopo le mie domande mi dovevo accontentare di un semplice “A te sta andando tutto bene, grande.” Nessuna domanda, nessun reale interesse nel confronto… sino a che ho capito che stavo sbagliando io a prendermela e non loro.
Ricordate quello che ho scritto prima e che diciamo sempre? Concentriamoci su quello che possiamo cambiare noi! Impararlo e metterlo in pratica fa la differenza. Decidere di essere presenti nel momento in cui qualcuno parla con noi o fare domande che possano far capire all’altra persona che siamo davvero lì per ascoltarla, è un dono vi farà riconoscere. Tutto torna, soprattutto quando facciamo del bene.
Dopo questi tre punti voglio però lasciare un appunto importante: proviamo a metterci in gioco senza pretendere nulla dagli altri.
Lo so che starete pensando che è impossibile e anche un po’ ingiusto, ma credetemi che è una delle chiavi per essere felici.
Vivere con l’aspettativa che siano gli altri a dovere fare il primo passo o che sia normale che anche gli altri si comportino come noi, può portate non solo a rimanere delusi, ma anche a modificare chi realmente siamo.
Pensate a che effetto domino negativo ci sarebbe se tutti ragionassero in questo modo: non ascolto perché tu non ascolti me, divento poco sensibile perché nella mia famiglia nessuno mi capisce, comincio a giudicare solo perché mi sento giudicata.
No ragazze, non cadiamo nella trappola della mediocrità, non cadiamo nella banalità e soprattutto non facciamoci condizionare negativamente perdendo quelle che possono essere le caratteristiche meravigliose che fanno parte di noi.
Con questo non vi sto dicendo di subire o stare zitte, ma di riuscire a non farci condizionare negativamente ogni volta che le nostre aspettative subiscono una mancanza. Prendiamo atto che le persone, se non arrivano a comportarsi in un certo modo o a stimolarci in una certa maniera, vanno prese per quelle che sono, senza sforzarci troppo nel tentativo di cambiarle.
Alleniamoci a prendere consapevolezza di chi siamo noi, a coltivare quel dono che ci contraddistingue e impariamo ad amarci, a stimarci di più, lasciando un segno genuino, puro ed efficace e poi… e poi impariamo finalmente a bastarci!! Che senso ha vivere pensando di non essere mai abbastanza, o incomprese perché quello che diamo poi puntualmente non ritorna.
Noi avremo fatto ciò che ci sentivamo di fare, avremo ascoltato e cercato di comprendere invece che giudicare, e saremo pronte a dare un peso diverso ad ogni situazione che non rispecchia le nostre aspettative. Proviamo a cominciare a pensare di essere un po’ speciali e a dimostrare il lato più bello della persona che siamo…perché solo così ci troveremo sempre più nella situazione di non provare alcun rimorso o rabbia se poi una relazione di amore o di amicizia non funziona.
Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo.
SGPmind CHALLENGE #1: SMETTILA DI LAMENTARTI
Questa settimana la sfida per tutte noi, me compresa, sarà quella di non lamentarci per nessuna ragione e di non portare negatività o peso alle persone che ci circondano.
Quando ci sarà un momento di sconforto o un’ostacolo da superare, proviamo a fermarci, a pensare a questa sfida che abbiamo accettato per 7 giorni, e proviamo a chiudere gli occhi per pochi secondi, respiriamo profondamente e concentriamoci sulle cose che possono essere sotto il nostro controllo. Solo dopo averlo fatto cerchiamo un supporto o un confronto costruttivo.
Sono sicura che questo atteggiamento non solo ci permetterà di avere la mente più tranquilla, permettendoci di vedere con più lucidità le eventuali soluzioni, ma ci aiuterà a mantenere o comunque incentivare un clima di benessere attorno a noi.
22 Novembre 2019