Quando sono a Las Palmas spesso mi capita di andare andare a dormire con il costume. Per me è una grande comodità tanto che il cassetto dei costumi è presente anche nella mia casa di Milano.
Dicono che noi donne dovremmo sempre lasciare “respirare” il seno durante la notte e non indossare nulla, ma non sempre mi sento a mio agio nel farlo e quindi trovo il giusto compromesso tra il reggiseno che ti schiaccia tutto e lasciarle al vento.
Ho da sempre avuto un brutto rapporto con il mio seno, fino a che non mi sono operata era praticamente inesistente tanto che a mia mamma scherzando dicevo sempre che sarebbe stata molto più carina a darmi i suoi occhi invece che la sua taglia di tette.
“Selenuccia ma i tuoi occhi sono bellissimi.” Rispondeva sempre così e ridevamo insieme.
Mi fa sempre sorridere quando mi chiama Selenuccia perché fa una vocina strana, una di quelle che si usano con i bambini e penso che lo farà anche quando supererò gli anta.
Gli occhi di mamma invece sono i più belli che abbia mai visto, un azzurro cielo proprio come il mio colore preferito.
Quando a ventitré anni decisi di rifarmi il seno ero convinta, ero nel pieno del mio sviluppo muscolare e non mi piacevo perché mi sentivo troppo mascolina. Mentre le altre ragazze avevano un bel seno femminile e delle braccia eleganti io avevo una riga netta di fasci muscolari che segnava i pettorali e dei bicipiti enormi.
Avevo messo via i soldi con tanta fatica ed ero felice di fare quel passo, ma subito dopo l’operazione capii che qualcosa era andato storto.
Il chirurgo aveva sbagliato e per due anni ho avuto il seno sinistro più basso di 3 cm rispetto a quello destro e quando mi sdraiavo mi cadeva lateralmente.
Ero distrutta, dolorante, arrabbiata e triste.
Dovetti passare dei mesi a letto lasciando il mio lavoro e la mia attività agonistica per un po’ e ricordo che per molto tempo non riuscivo neanche a guardarmi allo specchio.
Mentre facevo l’amore lo tenevo sempre con l’altro braccio per non farlo spostare troppo, questa insicurezza me la porto ancora dietro.
Due anni dopo trovai un medico disposto a riparare il danno, ma anche dopo una seconda operazione il problema era migliorato, ma non risolto ed eccomi qui, dopo tanti anni cerco di riprovarci trovando il momento opportuno, ma soprattutto il coraggio di fare questo ultimo tentativo per poter fare finalmente pace con questa parte del mio corpo e chiudere questa triste storia.
È curioso come in questi anni tante ragazze mi abbiamo scritto che taglia portassi proprio perché a loro piaceva il mio seno ed è incredibile quello che invece può esserci dietro ad alcune nostre esperienze.
Abbiamo la capacità di provare insicurezza per una nostra parte del corpo pensando di essere le uniche ad essere così, rispetto alla perfezione che si vede in giro, e invece eccomi un’altra volta qui a raccontarvi in parte la mia storia proprio per farvi capire che tutte siamo portatrici di cicatrici, errori, imperfezioni e complessi.
Sia chiaro, non sono mai stata dalla parte delle donne che passivamente incitano ad accettarsi sempre e comunque, perché spesso si nascondono dietro ad un velo di pigrizia ed un abbandono della cura di sé.
Un conto è prenderci cura di noi e prendere coscienza dei nostri “limiti”, un conto è mettersi da parte e dimenticarsi di noi facendo finta di essere sempre e comunque contente.
Sapete, se c’è una cosa di cui oggi sono orgogliosa è quella di riconoscere di essere cresciuta proprio come donna. Quando in questi giorni leggevo le vostre storie nelle mail di SGPshoot mi sono emozionata più volte. Ero felice perché le vostre parole ancora una volta mi hanno fatto capire che anche i miei errori mi hanno fatto diventare la persona che sono, e mi hanno dato gli strumenti per lanciare dei messaggi con una voce amica che anche io avrei tanto voluto sentire e avere vicino. Sono sicura che mi avrebbe fatto fare meno cazzate, sono sicura che mi avrebbe fatto riflettere sulle cose importanti e mi avrebbe fatto sentire un po’ meno sola in alcuni momenti.
UN NUOVO CAPITOLO, UNA NUOVA CONSAPEVOLEZZA.
“Mi piace il mattino anche perché mi ha sempre dato l’occasione di ripartire, di ricominciare. Il mattino è come una infinita seconda possibilità che ci prendiamo ogni volta che ne abbiamo bisogno.”
Gli inizi sono un po’ come le nostre mattine migliori, quelle in cui ti alzi prima del suono della sveglia perché sai che ti aspetta qualcosa di meraviglioso da vivere.
Quando ero piccola, in estate non capitava sempre di andare al mare per un lungo periodo. A volte partivamo anche solo in giornata per andare a Spotorno, in Liguria. Partenza alle 6.00 precisi e tornavamo la sera. Io avevo capito il perché, ero una bambina sveglia.
“Andiamo al mare domani?”
Cavolo ero felicissima quando papà ce lo proponeva a tavola. Lo diceva con un tono di voce speciale, come se fosse una cosa che teneva per lui da tutto il giorno e che non vedeva l’ora di dirci. Tutti facevano la loro parte: mamma preparava una unica valigia, papà andava a prendere i panini, la frutta e faceva il pieno alla macchina, io ballavo per la casa e facevo le ruote. Una volta ho rotto la maniglia del forno facendo una delle mie mosse. Io e mamma abbiamo cercato di tenerlo nascosto a papà, ma si accorgeva sempre di tutto.
Ecco, quelle mattine con la sveglia alle 5.30 per andare al mare per me erano meravigliose, mamma entrava in camera e io ero già sveglia. Le porterò sempre nel cuore.
Ci bastava una giornata così per unirci di nuovo anche dopo una settimana difficile, un viaggio in macchina verso il mare con le canzoni di Vasco e tutto sembrava più leggero, più bello, più tutto.
A volte le cose non cambiano perché siamo abituati a vedere sempre tutto uguale, ci incastriamo nei nostri pensieri e nelle nostre convinzioni e non diventiamo più capaci di vedere le cose belle, le nuove possibilità, i nuovi inizi che possono partire anche da piccole rivoluzioni.
Selene, la Selene che in parte ormai conoscete è fatta di tante di queste piccole rivoluzioni, alcune le ho ignorate anche quando non andava fatto, alcune mi hanno travolta duramente, mentre altre le ho sapute gestire meglio e nonostante tutto, nonostante i miei errori, oggi mi sento in pace con me stessa. E poi voi con il vostro amore e i vostri messaggi inconsapevolmente mi state aiutando a perdonarmi alcune cose perché ho capito che, anche grazie a quelle, sto riuscendo a fare del bene.
Ad maiora e ad un nuovo inizio anche quando tutto sembra andare nel verso storto.
01 Maggio 2020