Lunedì io e Diego abbiamo salutato la Corsica e siamo saliti su un traghetto per rientrare in Italia.
Una volta lì abbiamo restituito il camper e, 48 ore dopo, siamo saliti sull’aereo per fare ritorno nella nostra casa in Gran Canaria.
Quando si rientra da un viaggio si percepisce sempre un po’ di nostalgia. Non è così?
Staccare per un po’ mi ha fatto davvero bene.
Per due settimane immergermi nell’acqua cristallina del mare, ammirare l’alba, perdermi nella natura a guardare i tramonti con Diego e respirare il profumo dei pini sono stati i miei unici pensieri ricorrenti.
Quello che sicuramente mi porto a casa da questa vacanza è la consapevolezza del fatto che ho bisogno di più momenti così.
Di più calma e di più silenzi, di meno persone e di più libri, di meno caos e di più natura.
Come in ogni avventura che si possa definire tale, non sono mancati gli imprevisti, i cambi di programma e le disavventure, in particolare la batteria del camper a terra e un dente rotto – ebbene sì, non riesco a stare senza dentista nemmeno durante le ferie!
Eppure, se ripenso a questo viaggio, non posso che sorridere e lasciarmi trasportare dai bei ricordi. Dai numerosi, sparpagliati e semplicissimi attimi di pura felicità e spensieratezza.
Io per prima fino a qualche anno fa pensavo che essere felici fosse una faccenda molto più complicata, per alcuni versi irraggiungibile.
Ammetto anche che per un periodo della mia vita credevo che sarebbe stato necessario fare grandi cose, avere vestiti firmati, unghie curate, partecipare a cene gourmet o a feste in locali alla moda, per provare determinate sensazioni di gioia. Solo più tardi, una volta diventata più matura, ho capito che ci si può sentire vuoti, spenti, anche stando seduti ad un tavolo di un ristorante stellato e con indosso un vestito griffato.
Oggi so che non c’è un libretto di istruzioni da seguire per stare bene.
Non esiste un modello o un’univoca forma di serenità. Non è ciò che vogliono farci credere in TV, e nemmeno quello che vediamo dalle Instagram stories.
La felicità non ce la può dare il nostro compagno, i genitori o il programma che seguiamo, ma dobbiamo essere noi per primi a ricercarla.
È una questione del tutto soggettiva e personale.
Ti sei mai chiesta cosa ti rende felice?
Che cosa hai bisogno di fare per vivere certe sensazioni di benessere?
Tutti quanti possiamo sentirci bene, felici, ma dobbiamo credere di poterlo essere, di poterlo meritare. Dobbiamo anche conoscere la nostra idea di serenità e tutte quelle circostanze e situazioni che ci permettono di vivere emozioni positive.
La conoscenza di noi stesse crea sempre maggior consapevolezza.
Certe cose che in passato facevo, ora non mi rispecchiano più. Io oggi non mi sento sbagliata per non avere le stesse passioni di tanti miei coetanei, di preferire la compagnia di un libro a una serata a base di gossip o un’uscita in discoteca.
Tutto è in continuo mutamento ed è solo nostro il compito di ascoltarci, per poi assecondarci.
I segnali che ci dà il nostro inconscio sono qualcosa di veramente importante, spesso però li evitiamo perché preferiamo vivere nell’illusione della vita.
Tendiamo a reprimerli, ma questo non equivale a volersi bene.
Non avere paura di cambiare strada. Una cosa che ti portava felicità in passato, può non essere in linea con il tuo presente.
Ascolta quei segnali e cerca di accoglierli, senza rifiutarli.
Fare un passo indietro non significa fallire.
Ricredersi, rimettersi in gioco, cambiare lavoro, paese o uscire da una lunga relazione non significa essere una persona che non è mai contenta. Vuol dire essere una persona che individua i campanelli d’allarme e fa il possibile per avvicinarsi alla propria idea di felicità.
Basta avere consapevolezza, forza e coraggio nel credere e dare fiducia ai propri istinti.
Ricorda che la paura del fallimento o di non essere come gli altri, è nemica del tuo benessere. La sua presenza a volte è inevitabile, quindi accettala, ma non farti bloccare nella strada per la ricerca della tua felicità.
27 Agosto 2021