Credo molto nel potere della condivisione.
Proprio per questo spesso vi ho raccontato di me e del mio percorso, parlandovi non solo dei miei traguardi raggiunti, ma anche di difficoltà, errori e momenti di confusione. Non mi sono fermata a dar voce solo alla mia di storia, ma ho voluto creare un luogo, una Community, dove ognuna di voi possa a sua volta raccontare la propria esperienza, confrontandosi con tante altre donne.
Nell’ultimo anno ho dato il via anche alla rubrica SGPstories, ovvero delle dirette dove alcune ragazze che partecipano a SGProgram parlano del loro percorso, rispondendo alle mie e alle vostre curiosità riguardo alla loro storia.
Tutte racchiudiamo dentro di noi un lato molto curioso, ma in fondo quando guardiamo un video o leggiamo una biografia che cosa cerchiamo nelle storie degli altri?
Che senso diamo alle loro condivisioni?
Si presuppone che si vada alla ricerca di qualcosa che ci aiuti, che ci stimoli a crescere, a migliorare o che semplicemente ci faccia stare bene.
Spesso però non è così e, senza nemmeno renderci conto, ci imbattiamo in un confronto che non fa altro che distrarci da ciò che è davvero importante.
Siamo inserite in un contesto, in un mondo, in cui tutti sembrano avere le risposte giuste, proprio quelle che noi non riusciamo a trovare.
Addirittura, per attirare l’attenzione sui social, vengono promessi risultati o esercizi in grado di snellire l’interno coscia o rimuovere le culotte de cheval. Finiamo per credere che quella sia la verità e ci abituiamo così a pensare che siano gli altri ad avere la soluzione ai nostri problemi, a conoscere tutte le scorciatoie.
Così, quando abbiamo la possibilità di ascoltare la storia di una persona e di domandarle qualcosa, ecco quali sono le richieste più frequenti:
“Cosa mangi?”
“Quanti kg hai perso, in quanto tempo?”
“A che ora ti alleni? In palestra o a casa? Che pesi usi?”
“Si ottengono più risultati con la scheda GYM o HOME?”
Andiamo subito alla ricerca di soluzioni e dentro di noi ci convinciamo anche che, facendo le stesse scelte, otterremo lo stesso risultato. Ma non è così che funziona.
Al di là della curiosità, che senso hanno queste domande nell’ottica del nostro percorso?
Quando ci troviamo davanti alla storia di una persona, può essere più utile parlare di come lei sia riuscita a invertire la rotta, a superare le difficoltà e a far rientrare nel suo stile di vita l’allenamento e la sana alimentazione.
La verità è che non basta essere abbonate a un programma di allenamento per X settimane, allenarsi a una specifica ora, in un luogo piuttosto che in un altro o mangiare determinati alimenti.
In SGP non vi viene detto cosa fare e quando, perché tutto dipende da come stai TU, da come vivi TU il TUO percorso.
Ti sei mai chiesta come puoi essere il più costante possibile?
Come ti vuoi organizzare?
Credo davvero che a fare la differenza sia la costruzione della nostra costanza, non solo relativamente ai workout, ma anche in come noi ci trattiamo, ci parliamo e ci nutriamo.
Creiamoci i nostri rituali di bellezza, tutte quelle abitudini che ci fanno sentire bene e ci migliorano, non solo dal punto di vista estetico, ma anche interiore.
Ricordiamoci che con il nostro corpo ci dovremo vivere per sempre: diventiamo più brave a non trovare alibi che ci distraggono da noi stesse.
Focalizziamoci su di noi, selezioniamo con cura di che libri, cibi, consigli e relazioni nutrirci.
Diamoci la possibilità di creare e di consolidare una routine che ci faccia stare bene. Non diamole una data di scadenza, ma rimaniamo aperti alla possibilità di poterla cambiare nel corso del tempo.
Portiamo avanti le nostre abitudini con piacere perché è così che il risultato non sarà più qualcosa di ricercato, ma diverrà una bellissima conseguenza della costanza che avremo nel prenderci cura di noi, nel trattarci bene.
Vivremo con più leggerezza, senza andare più alla ricerca di un segreto o di una risposta magica.
01 Ottobre 2021