Anche questa settimana ho deciso di dedicarmi di più alle dirette che alla scrittura.
È un periodo in cui mi piace impegnarmi in questo e mi voglio ascoltare.
Nella diretta di mercoledì abbiamo trattato il tema di: “Come reagire alle giornate negative?”
Sono tanti i modi per riuscire a voltare pagina e ricominciare.
Si cade e ci si rialza e questa regola va imparata in fretta perché non possiamo pretendere di non avere mai giornate negative, ma possiamo impegnarci a capire come affrontarle meglio e come riuscire a gestire i nostri problemi.
Come vi dicevo in diretta, sono convinta che ancora prima di impegnarci nella ricerca dei modi migliori per reagire ci sia la necessità di comprendere perché quella giornata è stata negativa.
Cosa è successo?
Perché mi sono comportata così?
Perché ho lasciato che le cose prendessero il sopravvento su di me?
Come possiamo pretendere di migliorare noi stessi e la qualità delle nostre giornate – e quindi della nostra vita – se continuiamo a sottovalutare la cosa più importante?
Non basta raccontarci la storiella che dopo una settimana di merd* la prossima andrà meglio.
Non basta volerlo.
Non basta crederci.
Bisogna, prima di tutto, impegnarsi a capire con un’autoanalisi perché quella settimana appena passata è stata considerata una settimana negativa.
– Quanto ha dipeso da me?
– Su cosa non posso avere il controllo?
– Ho gestito bene le mie emozioni?
– Il mio tempo?
– Mi sono sentita in linea con le mie intenzioni?
CONNETTERSI con noi stessi è fondamentale per capire effettivamente dove siamo, come sto vivendo le cose che posso controllare e come sto reagendo invece a ciò che non dipende da me.
CONNETTERSI è il nostro modo per crescere e migliorare e questo splendido lavoro va fatto senza giudicarsi, ma solo comprendendo meglio come stiamo proseguendo il nostro percorso, un giorno alla volta.
Ed ecco che mercoledì ho lanciato una mini challenge: provare per una settimana a ritagliarsi 10’ alla sera per pensare e riflettere sulla vostra giornata e su come l’avete affrontata.
È stata una giornata negativa? Ok, IMPARO a capire il perché.
Io che sono ALLEATA di me stessa e MI VOGLIO BENE, non mi fermo a giudicare cosa è stato, ma MI FERMO, MI CONNETTO e capisco come poter migliorare quegli aspetti che mi sono sfuggiti di mano.
Facciamo un piccolo esempio:
Immaginate una persona che si lamenta di quello che sta succedendo e perde il controllo delle sue azioni.
Inizia a vivere le giornate in balia degli eventi e rimane connessa con il mondo esterno senza mai riflettere su se stessa.
Capisce di non stare bene, ma non va oltre alla lamentela.
Mettiamo caso che questa persona abbia tutte le motivazioni per lamentarsi, ma non fa altro che ripetere le giornate tutte uguali, commettendo sempre gli stessi errori.
Come pensate che potrà mai uscire da questo vortice?
Le cose andranno sempre peggio e cambieranno anche i suoi schemi mentali perché si abituerà alla negatività di questi pensieri e di quelle azioni.
Ora invece immaginiamo una persona che sta passando anche lei delle difficoltà e dopo alcuni giorni di stress, decide di fermarsi perché non vuole più andare avanti in questo modo.
Si ferma, riflette e cerca di capire come poter evitare certi errori e come darsi la motivazione per mettere in pratica le cose che vuole fare.
Ogni giorno si ferma, si connette con se stessa e si guarda con amore.
Ogni giorno riesce a imparare qualcosa.
Ogni giorno viene visto come una possibilità per fare bene, nonostante tutto.
Chi volete essere tra queste due persone?
Cosa sentite dentro la pancia in questo momento?
Se vi sentite più vicine alla persona che vive nella più totale confusione non vi dovete preoccupare.
Realizzare e riconoscere i nostri errori è il primo passo fondamentale per poterli migliorare.
Non deve essere una guerra con noi stesse, ma un continuo percorso fatto di amore e comprensione.
Voglio condividere con voi un’altra poesia.
Un momento in cui le parole escono in momenti di riflessione e che mi appunto per poi condividere.
Spero possano toccare qualche corda dentro di voi.
Vi abbraccio
SELLY
GUARISCI PRIMA TE STESSA, IL RESTO ARRIVERÀ
Ma come si fa a “guarire” ? Penso che sia un processo lungo, fatto di piccoli passi mossi uno davanti all’altro intervallati da qualcuno fatto indietro. Guarire per me significa scegliere, saper dare una svolta alla propria vita quando ne sentiamo il bisogno. Guarire significa imparare a pensare con la propria testa e sentire attraverso la propria anima. Significa farsi spezzare il cuore e poi rimettere insieme i pezzi. Significa capire cosa non sta funzionando, per poi lamentarsi, piangere e provare a prendere nuove strade. Guarire significa crederci ancora. Significa vivere attimi pieni di emozioni intense. Significa non rimanere fermi nonostante la paura. Si, perché la paura non è solo negativa e se la si impara a gestire possiamo servircene per tenere alta la concentrazione senza fare il passo più lungo della gamba. Guarire significa movimento, consapevolezza, autoanalisi. Guarire per me è stato anche capire che dovevo fare qualcosa di diverso da quello che avevo sempre fatto e finalmente mettere in pratica le mie intuizioni. Guarire è mettermi al primo posto senza sentirmi in colpa. È allontanarmi da quello che mi fa male per andare alla scoperta di nuove possibilità, di nuovi luoghi e di nuovi incontri. Quando non stai bene non sei capace di vedere quasi nessuna opportunità. Niente sembra abbastanza interessante, niente sembra possibile per te. Per gli altri si, ma per te no. Guarire è possibile ed è nostro diritto prenderci questa seconda, terza, quarta possibilità. Guarire è un processo infinito e bellissimo fatto di alti e bassi, fatto di idee, conoscenza, curiosità, e tanti fatti concreti. Si, guarire è pura concretezza delle nostre intenzioni in azioni. Si può iniziare a guarire anche da oggi. Non possiamo controllare tutto, ma tanto dipende da noi.
13 Novembre 2020