Milano è il luogo dove sono nata e cresciuta, ma che non riesco a chiamare casa. Stare in questa città per me è una sfida, significa mettermi alla prova, darmi da fare per ricercare ogni giorno il mio equilibrio.
So che non posso avere tutto e che ci sono tanti motivi per cui sono ritornata qui. Devo solo accettare i compromessi.
Sarà il calore del sole sulla pelle, il trascorrere le mie giornate in infradito o il sorseggiare il cappuccino davanti al mare, ma quando sono a Las Palmas tutto va meglio, io funziono meglio.
Quando sono qui mi sento diversa ed anche i miei comportamenti talvolta lo sono. Ad esempio nella mia isola del cuore mi capita raramente di andare in un centro commerciale e quando lo faccio è per necessità. Qui invece mi viene più naturale uscire di casa, fare un giro in centro e fermarmi in qualche negozio di abbigliamento, ma senza avere un’idea chiara del perchè io ci sia entrata o di che cosa voglia comprare.
Semplicemente prendo quello che più mi attrae in quel momento, senza un criterio o una reale esigenza. È come se comprando quell’abito o quella nuova t-shirt io mi sentissi più appagata, per un breve istante mi sento soddisfatta.
Mi ritrovo poi con l’armadio pieno delle stesse magliette bianche, dei soliti modelli di jeans, di vestiti che tante volte mi dimentico persino di aver acquistato.
Siamo strani noi esseri umani. Quando c’è qualcosa che non va in noi, ricerchiamo subito quella cosa che ci faccia stare meglio, anche solo momentaneamente.
Pur di non rimanere con il nostro vuoto, lo andiamo a colmare con delle soluzioni immediate e talvolta inefficaci. Ci riempiamo di camicie, borse, gioielli, oggetti, cibo o di qualsiasi altra cosa che possa per un po’ alleviare il nostro senso di malessere, per scappare dalle nostre stesse emozioni.
Averne consapevolezza è il primo passo, ma come sempre è importante comprendere a fondo cosa ci spinge a mettere in atto queste dinamiche. Permettiamoci di fermarci ed osservarci con occhi sinceri.
Guardiamo quello che abbiamo dentro, ma senza allarmarci, senza correre immediatamente ai ripari. Proviamo a conoscere le nostre sensazioni, capiamo da dove arrivano o come si sono generate.
Impariamo a stare con le nostre emozioni, belle o brutte che siano.
Impariamo ad aver bisogno di poco.
TROVA ALTRI MODI
Dopo più di un mese dal mio intervento, in queste settimane ho potuto riprendere alcune delle abitudini che per me sono sempre state fondamentali.
Se ci penso anni fa sarei impazzita al solo pensiero di avere un periodo di stop dagli allenamenti così lungo. La sola idea di non potermi muovere e di non potermi allenare mi spaventava. Avevo paura di un mio cambiamento fisico, delle ripercussioni in ambito lavorativo, della vostra reazione, di tutto.
Da quando sono piccola sono sempre stata abituata a fare sport, prima il nuoto, poi la palestra, il CrossFit ed infine è arrivato SGP.
L’allenamento è sempre stato un elemento centrale nella mia vita, non riuscivo a vedere opzioni diverse. In fondo non sapevo nemmeno come avrei potuto impiegare il mio tempo diversamente.
La Selly del passato avrebbe trovato un sacco di motivi per piangersi addosso. Quello che ho cercato di fare in questo periodo è stato evitare di sprecare tempo in futili lamentele.
Mi sono impegnata a ricercare le circostanze giuste per me, nonostante il vivere in una città che non mi appartiene più, nonostante il periodo di stop e la zona rossa, nonostante tutto.
Ho trovato in questi mesi dei nuovi modi di vivere la mia quotidianità ed ho avuto la conferma che, per quanto mi faccia stare bene e mi piaccia, l’allenamento non è tutto.
Non c’è un solo modo o un’unica opzione per prendersi cura di sé e del proprio corpo.
Ci sono tante altre soluzioni, basta solo trovarle.
ASCOLTATI
Ed è proprio nel mio periodo di stop che è nata l’idea di proporvi un nuovo appuntamento in SGPworld. Ormai da 3 settimane infatti, ogni mercoledì alle 7 del mattino, ci troviamo in app per una mezz’ora di meditazione guidata. La prima diretta è stata un vero e proprio esperimento, ma il vostro entusiasmo e la grande partecipazione mi ha fatto capire che questa parte più introspettiva e di ascolto di noi stesse vi è piaciuta davvero.
Se guardo indietro alla Selly di qualche anno fa penso: “Chi l’avrebbe mai detto che una come me si sarebbe appassionata alla meditazione?”.
Vi ho raccontato durante la diretta in community con Gianluca Gotto – che trovate a questo link – la mia prima esperienza con questa pratica.
Anni fa, quando provai per la prima volta a Las Palmas rimasi del tutto delusa. Avevo molte aspettative e pensavo che mi avrebbe rivoluzionato, portandomi in uno stato di completa beatitudine, liberandomi da tutte le mie inquietudini. La prima lezione mi sembrava fosse durata un’eternità, mi sentivo inappropriata, un pesce fuor d’acqua. Mi bastò quella singola esperienza per gettare la spugna, per convincermi che non era ciò che faceva per me.
Eppure oggi non è così.
Meditare è una delle pratiche che mi permette di prendermi cura di me.
Mi sono data il permesso di riprovarci, senza pretendere che la meditazione sia la soluzione dei miei problemi.
Mi sono data tempo e ci ho messo impegno, costanza e determinazione nel portare avanti un’attività del tutto sconosciuta per me.
All’inizio ho dovuto sforzarmi, non mi sono arresa subito e dopo un po’ ho iniziato a coglierne i benefici. Sono riuscita a superare quei pregiudizi che mi ero creata.
Mentre raccontavo a Gianluca il mio percorso verso la meditazione anche lui concordava con me, ma come tutte le cose ognuno di noi ha tempi e necessità diverse.
Questo suo passaggio durante la nostra chiacchierata è uno di quelli che vi ha colpito di più:
“I pensieri arriveranno. Lo scopo non è non pensare ma riuscire ad osservare esternamente i tuoi pensieri, come se fossi un osservatore esterno di te stesso.
Potresti renderti conto di avere dell’ansia o dello stress. Una volta riconosciuti i tuoi stati d’animo potrai analizzarli, senza intervenire.
Prova a capire quali pensieri hanno generato in te quelle sensazioni.
Questa pratica ti rende padrone della tua mente. Dopo la meditazione potrai prendere il controllo di quello che hai osservato e di quello che non funziona.
Potrai riuscire a vedere i punti in comune tra i tuoi pensieri ed i tuoi stati d’animo. Non ci deve essere fretta, non ci devono essere aspettative.”
Anche io con il tempo ho capito che meditare non è una competenza e nemmeno un abilità. Non significa nemmeno smettere di pensare, perché se così fosse sarebbe impossibile.
È soltanto uno strumento che ti permette di avvicinarti di più ai tuoi pensieri, per conoscerti più a fondo, e soltanto tu puoi renderlo funzionale alla tua vita.
Prova solo a rallentare, a prenderti dei minuti per respirare profondamente.
Porta l’attenzione al tuo interno e limitati ad osservare quello che accade.
Ascolta quello che hai dentro, la tua energia, le tue emozioni e le sensazioni del tuo corpo, ma non giudicarti. Non aver paura di percepire le tue emozioni, i tuoi stati d’animo. Prova a capire qual è la loro natura.
Fermati ad analizzare quello che senti, senza aspettative o pretese, senza intervenire.
Impara a stare con te stessa in tutte le tue parti, cuore, testa, corpo e anima.
Abbi cura di te.
Non aver paura di iniziare qualcosa di nuovo, di sentirti inadatta, inesperta o incapace, ma inizia a prenderti del tempo per te.
Ritagliati un’oretta per allenarti, per muoverti, per meditare, per entrare in connessione con il tuo corpo. Non avere fretta, non paragonarti a tutte quelle persone che ti sembrano più brave, più capaci, più in forma di te.
Non rimanere bloccata nei limiti che tu stessa ti imponi o che appartengono ad altri.
Trova la forza per muoverti, per passare all’azione. Vai avanti attraverso prove ed errori.
Rispetta il tuo ritmo, il tuo percorso, il tuo impegno.
Non arrenderti alla prima difficoltà ma abbi pazienza, abbi costanza.
Non importa se hai 20, 30, 40 o 50 anni, puoi sempre darti la possibilità di provare. Puoi sempre rimetterti in gioco.
Selly
26 Marzo 2021