Diego, da quando siamo tornati in Italia, si è trasferito in Puglia per lavoro.
Lo scorso weekend ho finalmente potuto riabbracciarlo. Complice la mia quarantena e la distanza, era da un po’ che non lo vedevo.
In questi giorni sono stata poco presente sui social e in Community, perché ho voluto prendermi una settimana per staccare e dedicarmi completamente a lui e alla nostra relazione.
Domenica infatti siamo partiti per una vacanza. Siamo tornati in Gran Canaria ed ora è proprio dalla nostra camera d’hotel vista oceano che vi sto scrivendo.
Per quanto possa sembrare strano, anche qui è capitato di svegliarmi presto la mattina e uscire da sola per una passeggiata.
Perché lo faccio? Semplicemente perché mi fa stare bene.
Anche a casa non ci vado tutti i giorni, non lo faccio per una durata precisa o per bruciare calorie e non lo vivo come un dovere.
Alzarmi prima dell’alba e stare in mezzo alla natura, per me, è qualcosa di terapeutico.
Mi aiuta a pensare. Così come la meditazione e la scrittura, anche camminare immersa nel silenzio è uno dei miei strumenti di introspezione preferiti per stare con me stessa e conoscermi.
Questo però non significa che per me sia sempre facile spegnere la sveglia e scendere subito dal letto. Ho anche io a volte dei tentennamenti o una parte di me che mi porterebbe a procrastinare.
Ma poi, quando esco di casa e vivo delle sensazioni positive, mi ricordo perché vale la pena vincere tutte quelle resistenze iniziali.
Quando vogliamo fare qualcosa o iniziare una nuova attività pensiamo che ci debba sempre essere in noi una forte motivazione, una grande carica, che ci spinga a metterci in azione. Il più delle volte, non avendola, finiamo per evitare di metterci in gioco e ci arrendiamo in partenza. Ci sentiamo persino sbagliate perché siamo circondate da tante persone che sembrano motivate ad allenarsi o, più in generale, ad adottare delle nuove abitudini.
Ma, in realtà, soltanto quando si prova a fare una cosa, quando si passa al lato pratico, si possono conoscere le conseguenti sensazioni positive.
Ed è così che si trova la motivazione: facendo leva su quelle emozioni che una determinata cosa ci può dare.
È per questo che spingo sempre le ragazze a provare in prima persona, a vivere delle esperienze sulla loro pelle, e a non farsi condizionare da ciò che vedono negli altri.
Se da una parte la pigrizia e l’arrendevolezza ci possono limitare, anche conoscere tante cose e buttarci sempre in nuove esperienze può creare confusione.
Ma credo che non ci sia nulla di male nel percepirla. Va vissuta, attraversata e – in qualche maniera – accettata.
Non ha senso etichettarci come persone sbagliate, diverse, che non riescono mai a trovare la loro strada o a essere contente.
Io pensavo che svegliarmi, uscire a camminare e vedere il mare, non mi sarebbe mancato, ma in queste mattinate, rivivendo tutto questo, mi sono emozionata.
Quando vivevo qui in Gran Canaria avevo la possibilità di vedere tutti i giorni queste bellezze – il sole, l’oceano, l’alba, il rumore delle onde contro gli scogli, la natura selvaggia di quest’isola – ma non le sapevo apprezzare e guardavo a tutto ciò che mi mancava.
Siamo fatti di tante cose e provare confusione a volte è inevitabile.
Abbiamo tutti dei bisogni e delle mancanze e più cresciamo, più comprendiamo che non tutto può essere lineare o esattamente come vorremmo. Avremo sempre delle necessità che con il tempo via via muteranno, e percepiremo sempre delle carenze, una sorta di pezzettino che manca per completare il nostro puzzle.
Personalmente ho imparato a non vedermi come un punto fisso.
Mi ha aiutato vivere le mie emozioni, ciò che provo, giorno per giorno, senza avere paura dei cambiamenti. Perché cambiare non significa fallire.
Oggi so che voglio dare priorità alle mie relazioni, a Diego, agli amici, alla famiglia ed alla mia vita in azienda. E per ora va bene così. Lo accetto.
Quando non siamo felici, farci delle domande intelligenti è la chiave per capire qualcosa di prezioso, per prendere un’altra strada e per darci un’altra possibilità.
Troppo spesso si spaccia il cambiamento per un fallimento, ma non è così. Tutto dipende da come noi lo percepiamo.
Il modo in cui noi guardiamo e percepiamo le cose, fa sempre la differenza.
14 Gennaio 2022