Ripenso spesso al punto in cui sono partita e a tutto quello che sto attraversando. Mi sento dentro ad un percorso di crescita continuo, non parlo di numeri, ma soprattutto di consapevolezza. Una delle sere scorse ho avuto un momento di emozione forte, con le cuffiette nelle orecchie mi sono lasciata andare ad un pianto, uno di quelli belli, che hanno la capacità di farti sentire per pochi attimi come se fossi in un’altra dimensione. Mi sono sentita orgogliosa, felice, ma ancora incompleta. Mi sono sentita dentro ad un viaggio emozionante, per alcuni aspetti per niente facile, ma sicuramente un percorso che comunque inizierei altre mille volte. Sul letto mi sono ritrovata nella stessa situazione di quattro anni prima: distesa a immaginare come sarebbe stato il giorno seguente, cosa avrei dovuto fare, quali nuovi video ed esercizi avrei registrato e cosa avrei voluto comunicare. In realtà lo faccio spesso, prima di andare a dormire mi piace visualizzare che cosa dovrò fare il giorno dopo, è una pratica per me utile per riuscire a compiere quello che ho in testa. Lo trovo molto efficace per far partire bene la mia giornata.
In quel pianto c’era dentro anche il ricordo di quando sono arrivata su quest’isola, come in un déjàvu: all’epoca tutto stava iniziando, e la sera mi prendevo del tempo per pensare a come gestire i check e il lavoro con le poche decine di ragazze che facevano parte di SGP. Mi ero appena licenziata e avevo deciso con determinazione ed entusiasmo di investire tutto il tempo e le energie che avevo su SGProgram. Ero convinta che fosse la cosa giusta: volevo uscire dal profondo malessere in cui ero e sapevo che se non ci avessi provato la situazione sarebbe solo peggiorata. Mai avrei immaginato quello che sarebbe successo, ma sapevo per certo che quello che stavo vivendo non poteva essere la mia vita.
Meritavo di più, avevo tanta voglia di stare bene e dovevo andare a conquistarmi la mia occasione sapendo che prima di pretendere che le cose funzionassero dovevo cambiare qualcosa dentro. Dovevo lavorare su me stessa come mai avevo fatto prima.
Ad essere sincera non ho avuto molte esitazioni, non ci sono stati atti eroici o struggimenti nel mollare tutto e rischiare. L’ho vissuto come la cosa più naturale del mondo. Non sapevo dove stessi andando, sapevo solo dove non volevo più stare. Questo mi è bastato per prendere le prime decisioni di una lunga serie. Quello che stavo facendo mi avrebbe aiutata in ogni caso, comunque fosse andata sentivo che muovere quel passo era la cosa più giusta. Nessuno mi ha dato un manuale di regole o di istruzioni, nessuno mi ha spiegato come avrei dovuto fare. Anzi, all’inizio c’erano solo facce storte.
Tutt’ora per certi versi non ho idea di “come si faccia” lo imparo giorno per giorno e devo dire che è anche questo che mi ha dato la spinta a lavorare sempre su me stessa. Fin da subito ho capito che tutto era connesso. Io, il mio benessere, la mia preparazione, il mio carattere e i risultati. Per imparare a camminare occorre mettere un passo dietro l’altro, cadere e rialzarsi raccogliendo qualcosa in più.
Nel giro di pochi anni mi sono ritrovata a lavorare con migliaia di ragazze e a portare avanti un’azienda che vede coinvolte oltre 40 persone, con un alto carico di responsabilità e uno stile di vita completamente diverso rispetto al passato. Uno stile di vita che mi assomiglia sempre di più, e che segue la mia trasformazione come donna. Ad ogni passo capisco qualcosa in più di me e credo che il motivo sia perché ora ho molti più mezzi per comprendere chi sono e di cosa ho bisogno per la mia serenità. Questo percorso mi ha fatto maturare più di qualsiasi altra cosa e sono felice di esserci dentro.
È proprio vero che solo strada facendo possiamo essere capaci di scoprire le nostre risorse, ma anche i nostri limiti e a proposito di questi, proprio per la crescita di SGP ogni giorno io Valentina e tante altre persone del team, ci troviamo ad un tavolo per confrontarci su come poter fare meglio. Sarebbe molto più facile crescere solo con i numeri, ma quelle non siamo noi e lo dimostrano le migliaia di persone che restano in lista di attesa ancora oggi. Io e Vale non siamo sempre d’accordo su tutto, ma una cosa la sappiamo: cuore e qualità sempre al primo posto.
Qualche settimana fa, prima delle la partenza, proprio dentro ad uno dei nostri momenti di lavoro, abbiamo capito che per proseguire ed esprimere meglio le nostre potenzialità avevamo bisogno di una figura forte e con una grande esperienza sul campo che potesse aiutarci e supportarci nella gestione del team. Ci sono arrivate centinaia di richieste e tra tutte, Antonella ci ha ispirato fiducia non solo per il suo curriculum, ma per l’energia che ci ha trasmesso appena ci siamo incontrate e abbiamo iniziato a parlare. Antonella farà parte del team di SGP come coordinatrice del team nutrition e mi affiancherà nel mio percorso di formazione.
In questi anni mi sono isolata con i miei libri e contenuti vari di persone che stimo. Mi lascio ispirare ogni giorno per poi rielaborare ciò che apprendo e intrecciarlo con quello che è il mio pensiero. Mi piace farlo da sola. Fino a poco tempo fa pensavo che sarebbe stato l’unico modo per sentirmi libera. Poi ho incontrato Diego. Diego ha rimescolato le mie convinzioni, ha saputo toccare la mia anima in un modo così delicato che solo a pensarci mi ritengo una donna fortunata. Credo che la motivazione che mi ha spinto a lasciare andare la mia vita di prima per crearmene una tutta nuova sia data da una forte necessità di comunicare e che questa derivi anche da questa mancanza che da sempre ho riscontrato nella mia vita reale. Il mio bisogno di comunicare mi fa sentire viva e ogni giorno investo su me stessa per fa sì che possa toccare davvero nel profondo chi mi ascolta. Comunicare lo trovo un modo per far sentire meno sole le persone che mi seguono, spesso mi piace dire cose che vorrei sentire io stessa. Il potere della condivisione è fondamentale, permettendoci di venire a contatto con anime affini. Voglio fare della mia sofferenza un dono alla SELENE di oggi e alle persone che incontreranno la mia voce. Quanti sbagli avrei potuto evitare. Forse avrei potuto soffrire un po’ meno, ma accettare che il passato non possa essere cambiato è uno schiaffo in faccia fondamentale per poter concentrarmi sul mio presente e sul mio futuro.
Riguardo ad Antonella, posso dire che fino ad oggi ho respinto qualsiasi aiuto personale diretto. Non sono contro la terapia anzi, ma credo che come in tutte le cose ci dobbiamo conoscere per capire cosa possa funzionare meglio per noi. Mi ritengo una persona consapevole e questo mi da modo di capire, attraverso le mie sensazioni e le domande che mi pongo costantemente, se qualcosa mi fa stare peggio o meglio.Evidenziare problemi non mi ha mai fatto bene, lamentarmi a voce alta mi fa sentire una persona che si piange addosso e che ha bisogno per forza di qualcuno che gli indichi la strada. Io non sono fatta così.
Probabilmente gran parte del mio carattere di oggi deriva da tante situazioni difficili che sono riuscita a superare da sola o con l’aiuto inconsapevole di qualcuno che facevo entrare nella mia vita e nel mio cuore.
Durante la nostra prima sessione, Antonella mi ha fatto delle domande importanti.
“Come dipingeresti il tuo disegno ideale di vita?”
È stato bello rispondere.
“Prima di andare avanti voglio dirti che quando me ne parlavi i tuoi occhi hanno cambiato luce. Mi hai trasportato nella tua descrizione.”
Verso la fine mi ha fatto notare una cosa importante, una cosa che mi ha fatto riflettere e che voglio per questo condividere.
“Ho notato che spesso usi la parole “dovere” invece che “volere.” Come mai?”
Questo ha acceso in me una scintilla. Mi ha ricordato quanto potente sia il linguaggio e quanto profonda sia la sua azione. Scegliere il verbo “volere” rispetto a “dovere” cambia l’attitudine, la predisposizione e l’energia con cui facciamo le cose. Cambia la motivazione. E se invece ci accorgiamo che “dovere” è il verbo giusto da usare, si tratta di un buon campanello d’allarme: come mai sto facendo cose che non desidero? Come posso trasformare questa situazione?
Le parole che usiamo per definirci o i pensieri che ci dedichiamo fanno la differenza non solo nell’ottenere o meno dei risultati, ma anche nel modo in cui viviamo il percorso che abbiamo deciso di intraprendere.
- Hai mai pensato se vuoi essere tua amica o tua nemica? Perché il cuore della questione sta proprio nel prendere questa decisione.
- Vuoi condannarti per ogni errore o capire come migliorare?
La risposta sembra scontata, eppure non lo è.
Per poter realizzare i nostri obiettivi dobbiamo imparare a pensare bene, parlare bene e a trattarci con rispetto. Perché? Perché il pensiero e la parola determinano l’intenzione, e l’intenzione determina sia la qualità del percorso che il risultato.
C’è una poesia di Sivananda – maestro yogi indiano di cui sto leggendo un libro – che riassume con estrema lucidità questo concetto.
“La potenza del pensiero
muta il destino.
L’uomo semina un pensiero
e raccoglie un’azione;
semina un’azione
e raccoglie un’abitudine;
semina un’abitudine
e raccoglie un carattere;
semina un carattere
e raccoglie un destino.”
Ho deciso di parlare di questo argomento perché siamo brave a riconoscere le critiche che provengono dall’esterno, ma non teniamo in considerazione tutte quelle che quotidianamente rivolgiamo a noi stesse.
Anche se non sono critiche vere e proprie le parole che usiamo, come ci etichettiamo, e cosa accettiamo di tollerare dipendono da noi e questo credetemi può fare un’ enorme differenza non solo sui risultati ma su come viviamo qualsiasi percorso e come ci stiamo dentro.
Chiudo questo happy friday con dei concetti brevi ma importanti:
✨FERMATI: Non dare solo la ragione a questo post per poi passare a tanti altri feedback. Prenditi il tempo di rimanere in silenzio e di stare davvero con te stessa per capire meglio cosa queste parole ti hanno provocato dentro. Se non ti interessa passa oltre ma se ti ha toccato fermati a riflettere e ad ascoltarti.
✨RICONOSCI: in quali situazioni tendi effettivamente ad andarti contro? In quali circostanze non riesci ancora ad avere il controllo di te stessa?
✨SCEGLI: quali parole utilizzi quando parli con te stessa e come ti descrivi quando parli di te agli altri? Prova a capire se effettivamente queste parole ti portano a fermarti per migliorare o se per esempio ti stanno portando sempre più fuori strada togliendoti energia e stima.
✨TROVA: Una volta che hai capito quali sono le parole negative che utilizzi cerca di trovare delle sostituzioni da utilizzare fin da subito. Non devi riempirti di complimenti senza un motivo, non siamo qui a imparare come auto referenziarci senza nessun motivo ma semplicemente a volerci più bene partendo dal portarci più rispetto.
AD MAIORA
La vostra Coach Selly
17 Luglio 2020