“NOI SIAMO CIÒ CHE FACCIAMO RIPETUTAMENTE. PERCIÒ L’ECCELLENZA NON È UN ATTO MA UN’ABITUDINE.”
Mi piace spiegarvi che ogni citazione che condivido con voi si collega alle esperienze che vivo nelle mie giornate.
A volte arrivano da un libro, altre da alcune mie riflessioni nate dagli incontri con la natura, con le persone, con la musica e con tutto quello che amo e che mi ispira nella vita.
Amo le citazioni perché se ci pensate, si fanno largo nella nostra testa senza la pretesa di insegnarci nulla di nuovo ma, hanno comunque il potere incredibile di farci rimanere in silenzio ricordandoci l’essenziale. Spesso arrivano come uno schiaffo in piena faccia, uno di quelli che ti viene dato con amore e non con cattiveria, come quelli di una mamma che ti ricorda chi sei e cosa sia più giusto per te.
Oggi con questo Happy Friday voglio partire proprio da una di queste citazioni e soprattutto collegarla ad una situazione vissuta in questi giorni.
In questi giorni, attraverso le mie storie di Instagram vi ho portato con me e vi ho reso partecipi della mia piccola, ma bellissima fuga in camper.
Come vi raccontavo, per me è stata la prima volta e anche se per poco, mi ha saputo far vivere situazioni in cui ero immersa completamente nel silenzio e nella bellezza che solo la natura riesce a trasmettermi.
È stato bello, specialmente dopo quello che abbiamo vissuto, rivivere certe emozioni che mi hanno messo in contatto con quella che ritengo essere la mia parte migliore, quella che emerge proprio quando vivo in un certo modo.
Forse qualcuno lo può trovare assurdo, ma credo che la cosa più importante sia conoscere e accettare la nostra stranezza, proprio per starci bene dentro.
È incredibile come spesso sprechiamo tempo ed energie inutili a criticarci, definirci ed etichettarci in un certo modo, quando invece non prendiamo in considerazione che a trasformarci sono proprio le condizioni in cui viviamo ogni giorno. È un po’ come lamentarsi di non riuscire mai a cambiare, ma allo stesso tempo non fare nulla di significativo che ci possa veramente aiutare a farlo.
Finiamo così per mettere il focus sulle cose sbagliate e accettiamo di essere in un certo modo, quando invece siamo solo abituate a essere distratte dalle cose inutili.
Personalmente sono sempre più convinta nell’affermare che le persone che riescono ad esprimere il loro potenziale siano i coraggiosi, che hanno saputo guardare dentro se stessi senza giudicarsi, riconoscendo le loro priorità e costruendosi di conseguenza le situazioni adatte per sentirsi bene e per far emergere finalmente la loro meravigliosa unicità.
Il nostro mini viaggio si è concluso con l’ultima tappa in un bellissimo campeggio sul lago di Como. C’eravamo noi, due cigni che passeggiavano, papere ovunque e un’altra famiglia.
La figlia che avrà avuto tredici o quattordici anni ha attirato la mia attenzione diverse volte. Tutti i due giorni, sia al mattino che al pomeriggio, si preparava la sua postazione e si allenava per ore.
Tra un misto di malinconia ma anche di piacere, mi ha ricordato tanto me alla sua età quando al liceo arrivavo con i capelli bagnati perché mi allenavo sia prima di andare a scuola, sia dopo.
Bei tempi quelli, anche perché potevo rimanere senza asciugarmi i capelli senza avere mai un cenno di cervicale.
Gli attrezzi che usava la ragazza mi hanno fatto capire facesse ginnastica ritmica ad alti livelli. Aveva il cerchio, le clavette e passava ore a fare stretching, mantenendo posizioni armoniose e bellissime.
Mentre la guardavo si percepiva tutta la sua dedizione in quello che stava facendo, si allenava perché voleva e non perché qualcuno glielo imponeva. Si allenava perché era il suo modo pratico per sentirsi allineata con i suoi sogni.
Quella ragazzina era una sognatrice praticante, di quelle che imparano fin da piccole che per ottenere qualcosa bisogna sudarsela ogni giorno attraverso la disciplina e la costanza.
Ogni tanto forse questo ce lo dimentichiamo, o forse facciamo finta di non ritenerlo poi così importante. A volte credo che ci si focalizzi più nel contare i mesi in cui sei a dieta, ti stai allenando, ecc.., invece che concentrarci sul percorso e sul tempo di qualità da investire in questi momenti.
Sto davvero facendo quello che andrebbe fatto?
Sono stata costante?
Non ho i risultati perché sono sfortunata geneticamente e il programma non è valido o forse perché non mi sto impegnando veramente come dovrei?
Anche se può non piacere, lo sport insegna che tutti pretendono di raggiungere risultati, ma in pochi sono veramente disposti a lavorare davvero per ottenerli. Pochissimi poi comprendono quanto sia importante essere costanti ogni giorno e fare ciò che i nostri obiettivi indirettamente ci chiedono per essere raggiunti.
Anche qui è curioso sottolineare quanto sia fondamentale conoscersi, proprio per capire quali siano le nostre priorità e comportarci di conseguenza. Sarebbe assurdo pretendere di andare alle olimpiadi e pensare che basti allenarsi due volte alla settimana, come è sbagliato pretendere di perdere peso senza fare attenzione a cosa si mangia e rimanere in forma muovendosi solo quando si ha voglia.
Guardare quella ragazzina mi ha fatto ricordare quanto lo sport sia stato importante nella mia vita e anche se ora non ho più obiettivi agonistici da un po’ di anni, sono consapevole che per ottenere qualcosa bisogna sapersi guidare nelle scelte di ogni giorno vivendole non come un obbligo, ma come una opportunità per concretizzare ciò che pretendiamo di ottenere.
“Noi siamo ciò che facciamo ripetutamente. L’eccellenza, dunque, non è un atto, ma un’abitudine”.
Non è solo una citazione, ma uno di quegli schiaffi che ti ricorda che per realizzarti serve impegno e dedizione ogni giorno.
Vi abbraccio
Selly
29 Maggio 2020