Gli argomenti della diretta di questa settimana erano “Le strategie da attuare per raggiungere i propri obiettivi”. (Se non l’avete vista la trovate a questo link). Partendo dalla mia esperienza ho cercato di sviluppare diversi punti che mi hanno aiutata nel mio percorso. Non volevo fare un elenco puntato fine a sé stesso, né porre le mie strategie come uniche e inconfutabili, ma in questi tre anni, grazie a tanti tentativi ed errori, una grande ricerca interiore, ma soprattutto un’instancabile curiosità e voglia di approfondire e aggiornarmi sempre meglio su diverse discipline, sono riuscita a circoscrivere sempre di più i meccanismi errati e depotenzianti che mi avevano accompagnata da sempre in ogni aspetto della mia vita.
Come sempre però, lo ripeto a voi e a me stessa appena ne ho l’occasione, la vera differenza la fa il mettere in pratica le cose che leggiamo, che ascoltiamo e che sentiamo adatte a noi. Quante volte ci capita di trovarci davanti concetti che ti fanno dire “Ca**o, è facile! Fallo ora!” e poi, veder svanire l’entusiasmo e la voglia di cambiamento in pochi giorni, a volte anche ore, a causa di qualche distrazione esterna.
Se c’è una cosa che ho capito grazie ad SGProgram e al contatto giornaliero che ho con tantissime di voi, è che l’obiettivo di ognuna di noi è raggiungere il successo. Ma cosa si intende per successo? Per ognuna di noi il successo ha un significato, ed è proprio dal significato che tu dai al tuo obiettivo che si sviluppa tutto. Il successo non è solo avere tanti soldi, essere famosa e riconosciuta. Certo, può far parte del percorso, ma i beni materiali, come la fama, possono essere tanto pericolosi e labili. Senza avere una propria individualità, tutto il resto può riempire momentaneamente un vuoto che solo noi possiamo colmare. Per me il vero successo è costruire la vita che visualizzo per me, viverla a pieno, creandomi uno stile di vita che mi faccia stare bene, sempre e per sempre. Attorno a noi qualcuno ci fa credere con la sua mediocrità che non sarà possibile, che è qualcosa per pochi, ma noi dobbiamo combattere per far sì che ciò che desideriamo, accada.
La soggettività dei nostri obiettivi e desideri è ciò che ci rende uniche e diverse, ma se li analizzassimo, scopriremmo che il comune denominatore che li accomuna è proprio la voglia di realizzarli e quindi, il nostro successo.
La settimana scorsa vi parlavo dell’importanza di pazienza e determinazione, ma queste devono essere rinforzate. Come? Con una strategia che ci permetta di utilizzare i mezzi che abbiamo a disposizione in quel momento, ricercando sempre il miglioramento che ci porterà a raggiungere ciò che desideriamo. Per trovare questi strumenti dobbiamo per prima cosa spogliarci di ogni limite che la società, le persone intorno a noi ci mettono davanti, indirizzando noi stessi verso qualcosa che ci fa veramente bene.
Metterli in pratica sarà il nostro esercizio giornaliero, perché anche ora che sono profondamente cambiata rispetto ad anni fa, lotto costantemente per rinforzare al meglio le mie strategie. Durante la diretta ho affrontato ogni punto cercando di focalizzare i concetti principali, ma le vostre email, i vostri messaggi mi hanno convinta a sviluppare meglio questi punti. Così questa settimana partiamo con il primo:
INIZIA A SEMPLIFICARE, NON A COMPLICARE.
“Inizia a semplificare e non a complicare. Impara a conoscerti e ascolta le tue richieste. Fai meno cose, dai veramente valore al tuo tempo e indirizza la tua vita su ciò che ti rende felice. Non accettare che la vita sia solo fatta di sacrifici, fatica, prese per il culo e tanto altro… perché siamo noi a determinare quanto siamo disposti ad accettare tutto questo, perché siamo noi in grado di cambiare le cose cercando piccole situazioni che possono migliorare la nostra condizione attuale giorno dopo giorno”.
La mia vita è stata stravolta quando ho iniziato a comprendere questo concetto. Vivevo una vita a mille, cercando di fare sempre più e ancora di più, ottimizzando i miei tempi non per recuperare spazio per le mie passioni, ma per riempirlo di cose che credevo mi avrebbero portato più soldi, più prestigio. Cercavo sempre più clienti, incastravo orari assurdi assecondando le richieste più disparate. Credevo che guadagnando di più avrei alzato il tenore della mia vita e quindi anche il mio benessere. Stavo rincorrendo un mito che pervade tante persone della mia generazione: lavoro di più, guadagno di più, vivo meglio.
Ero arrivata ad un punto estremo, perdendo il significato delle cose, la bellezza del percorso. Un percorso per essere bello, deve essere compiuto valorizzando ciò che facciamo, non aumentando ciò che si fa, perché la quantità spesso non è sinonimo di qualità.
Dobbiamo essere complici e direttori della nostra vita, non automi che vivono per produrre senza rendersi conto che mentre lo facciamo, mentre ottimizziamo le nostre risorse per fare di più, finiamo per perderci, per scegliere sempre le cose più facili, tralasciando le difficili che richiedono tempo, concentrazione e soprattutto creatività e ingegno. È proprio da questi processi mentali, da queste abitudini trascinate avanti da anni che inizia il malessere, la frustrazione. Ci auto imprigioniamo in attività, lavori, relazioni che non ci fanno stare bene, lamentandoci dei problemi che ci sembrano insormontabili, senza accorgerci che, talmente inglobati nelle nostre vite, non ci siamo mai fermate davvero a cercare una soluzione. Infatti spesso siamo noi le prime a metterci i bastoni tra le ruote, cercando di fare sempre più e meglio, incaponendoci in routine che ci pesano, ma che con caparbietà portiamo avanti perché… chissà poi perché! Esempio? Ci sono persone che non sono per nulla predisposte ad allenarsi al mattino, eppure lo fanno contro voglia perché hanno sempre fatto così. Eppure basterebbe sperimentare, provare a cambiare le proprie abitudini consolidate, per scoprire poi che potrebbe esserci una soluzione più adatta a noi che non avevamo mai preso in considerazione. Magari provando ad utilizzare il tempo investito malamente al mattino in un allenamento controproducente e pesante, per entrare prima al lavoro e uscire così ad un orario umano ritagliandosi al rientro a casa un piccolo spazio per sé stesse.
Anche nelle piccole cose cerca di semplificarti la vita, senza sprecare energia, ma usandola per provare a fare qualcosa di nuovo che sposti l’attenzione da qualcosa che ad oggi non ti soddisfa. Spesso ci nascondiamo dietro la scusa del “non ho tempo”, ma non è certo avere giornate da 36 ore che farà la differenza, ma la gestione che tu dai al tuo tempo. Chiediti: “È veramente questa l’unica soluzione attuabile nella mia vita?”
La risposta probabilmente già la sai.
Provaci a cambiare.
Non ti piace la tua vita?
Smuovila, semplificala!
Inizia a piccoli passi, ma non aver paura.
16 Dicembre 2018