Sapete che in questi anni, attraverso il nostro Happy Friday, mi avete tenuto compagnia in tanti viaggi? Questa volta scrivo sull’aereo che mi sta riportando a Milano.
Vogliamo dirla tutta? Dopo quello che ho provato in questi giorni avrei una voglia incredibile di trovare papà, mamma, Matti e Gordi all’aeroporto e farmi coccolare per ore, ma so che ogni volta che li tiro in ballo con la storia dei voli arrivano minimo 3/4 ore prima. Così quando me lo chiedono qualche giorno prima, mi frego sempre dicendo che ci penso da sola e che prenderò un taxi, ma puntualmente me ne pento. Sempre la stessa storia.
Las Palmas questi giorni era più bella del solito, il sole non mi ha mai lasciato, l’acqua era più limpida e la gente sembrava più sorridente, come se in qualche modo sapessero che ne avevo bisogno.
Oggi voglio parlare con voi di emozioni e lo faccio partendo da questi giorni assurdi e difficili di cui però non voglio avere solo un ricordo negativo, perché effettivamente non sono stati solo questo. Spesso quando abbiamo un problema o accade un evento negativo nella nostra vita tendiamo a vedere solo quello per giorni interi e ad oscurare tutto il resto.
Per anni ho ragionato così e questo mi ha portato a diventare una persona che per molto tempo è stata più abile nel vedere le cose negative, senza essere in grado di cogliere le opportunità e gli insegnamenti che quelle stesse stavano portando. Mi facevo una fotografia limitata della realtà, vedevo solo quello che volevo vedere in quel momento e credetemi che quando una persona si crede vittima, sfortunata e palle varie, tenderà a vedere sempre e solo quello per un tempo spesso indefinito. Come diceva quel film? “Alla merda ci si abitua in fretta caro Jhonny e senza neanche accorgertene finisci per non vedere le cose belle che accadono comunque.”
Jhonny e’ un personaggio inventato al momento , ma mi piaceva farvi leggere la frase facendovelo immaginare dentro ad un film in bianco e nero degli anni 80 e magari con uno stecchino in bocca.
In questo viaggio di ritorno ho voglia di scrivere e ripercorrere ciò che è accaduto. Scrivere è terapeutico perché mi permette di sopportare e capire meglio ciò che succede dentro la mia testa che a volte sento andare troppo veloce. Provo a fermarla perché prendono forma delle paure che sembrano avere la capacità di bloccarmi. Le scaccio, ci provo, ma più ci provo e più mi indeboliscono. Io però non voglio permetterglielo e quindi mi impegno a spostare la mia attenzione su altro… tante volte però, non ci riesco. Di solito in questi momenti è notte e io sono nel letto da sola: mi giro e rigiro di scatto, come se stessi dicendo a qualcuno “Adesso basta, falla finita”.
Scrivere mi fa rivivere situazioni ed emozioni e soprattutto mi da la possibilità di esprimermi e di toccare con delicatezza altre menti sveglie, libere e speciali che mi permettono di entrare nella loro anima.
“Si può essere tante cose assieme, proviamo a percepirle per comprenderci e conoscerci.”
Capitolo 1: mi sono sentita FIERA
Mercoledì 29 mancavano solo 3 giorni all’uscita dell’app.
L’unica cosa che dovevamo ancora vedere era il risultato del video di lancio che Lorenzo doveva inviarci.
?Vale : “Video arrivato, appena finisci di vederlo chiamami.”
?Selly : “Cazzo, tempismo perfetto! Sono al Superdino a fare la spesa. Appena esco mi metto davanti al mare e lo guardo.”
Mentre guardavo il video mi sono emozionata, era esattamente come lo volevo io: appena finito sono scoppiata in un pianto liberatorio.
?Selly : “Amica che bomba cazzo! Sto piangendo come una cretina, ma non solo per il video, che mi ha emozionato, ma per tutto… Sembrava così lontano, sembrava tutto così irrealizzabile e ora siamo qui.”
?Vale : “Lascia stare che a me hanno chiesto se stavo bene e io ho risposto che stavo solo piangendo di felicità. Ti voglio bene.”
?Selly : “Ti voglio bene.”
Capitolo 2: mi sono sentita FELICE
Lo stesso mercoledì dopo essermi fatta una doccia mi sono messa a cantare. Quanti complimenti che mi avete fatto per la mia voce che ancora avevo tenuto nascosta: mi hanno fatto tanto piacere. Quella sera ero felice, ero carica e prima di mangiare ho fatto un po’ di karaoke, mi sono persa nell’atto stesso di cantare, non stavo pensando a null’altro finendo per mangiare circa tre ore dopo del mio orario normale. Mentre mangiavo ho pensato a quanto a volte la nostra percezione dell’avere fame sia solo dovuta ad una mancanza di attività che ci rubino completamente la testa. Ho pensato a quanto avessi voglia di scoprire altro, a quanto avessi voglia di darmi la possibilità di essere altro nella mia vita. Non sono solo la sportiva o l’imprenditrice: voglio mettermi in gioco in tanti modi diversi, conoscere altro.
Capitolo 3: mi sono sentita ARRABBIATA E IMPOTENTE
Il giorno prima del lancio mi arriva una chiamata dal team di programmatori: mi stavano comunicando che c’erano dei problemi. Apple aveva approvato il test, ma non la release finale dell’app. Nessuno sapeva spiegarmi perché fino a poco prima fosse tutto sotto controllo e nel giro di poche ore fossimo arrivati a quel punto.
Non ci potevo credere e continuavo a ripetere che non era possibile. Più chiedevo informazioni e più capivo che ormai il danno era stato fatto: eravamo nelle mani di Apple e delle sue regole dettate da Cupertino, a migliaia di km di distanza.
“Perché ci siamo ridotti a questo punto? Abbiamo fatto di tutto per essere pronti e ora perché deve succedere questo? Come è possibile che non si potesse sapere prima?”
“Selly, non dipende da noi, purtroppo ora dobbiamo pensare solo ad una soluzione e ad un piano B.”
In quelle telefonate ricordo la rabbia e soprattutto l’impotenza che provavo. Io avevo fatto di tutto per essere in tempo su tutto e ora, per qualcosa che non dipendeva da me, non potevo vivere come volevo io un traguardo che avevo desiderato tanto, per cui avevo lavorato tanto. Come avrei gestito i WORKOUT? Come lo avrei comunicato alle mie ragazze? Come avrei fatto con l’evento che era stato organizzato per lanciare l’app?
Capitolo 4: mi sono sentita DEBOLE E POI SUBITO FORTE E RESPONSABILE
Le mie aspettative erano crollate per qualcosa che non dipendeva da me e per cui non potevo fare nulla. La situazione mi aveva portato ad avere incomprensioni con una persona molto importante della mia vita. In quel momento mi sono sentita debole e svogliata, ma non me ne sono fatta una colpa e sono così rimasta ore sulla spiaggia senza fare nulla. In passato avrei provato a scacciare queste sensazioni e invece in quei giorni le ho interiorizzate: ho dato priorità a me stessa per non obbligarmi a reagire con fretta, ma anzi per accettare quello che stava succedendo e trovare il modo migliore per affrontare le cose, una alla volta, con naturalezza.
Ho ricominciato a sentirmi più forte e a riprendere in mano la situazione, decidendo come comportarmi. Ho avuto la conferma che nel nostro apparente silenzio vuoto si possono trovare risorse in grado di guidarci, e che questo processo può aiutarci molto di più di quanto non faccia lo scaricare i nostri problemi e le nostre frustrazioni sugli altri. Ed è per questo che vi invito a perdervi in voi stesse più spesso, a parlarvi con fiducia, a reagire in maniera diversa dal vostro solito.
Cercate o createvi “uno spazio del pensiero”: può essere un parco, una zona della vostra città in cui caminare, oppure un angolo di casa, in cui rifugiarvi quando vi sentite indebolite e avete bisogno di stare con voi stesse, facendo scorrere i pensieri.
Capitolo 6: mi sono sentita GRATA
Dopo aver fatto la diretta ho sentito tutto il supporto di cui avevo bisogno. Ho avuto la conferma che potevo contare sulla mia Community e in quel momento mi sono sentita grata. Se ci pensiamo, qualsiasi tipo di relazione si basa ad un continuo scambio di energie: questo scambio non può essere a senso unico, ma per funzionare ed essere duraturo deve essere bidirezionale. L’energia ed i feedback che mi trasmettete sono una fonte fondamentale del mio entusiasmo, come carburante per il mio motore, perché mi fanno rendere conto ogni giorno che ,nonostante le difficoltà, ne vale la pena.
Capitolo 7: mi sono sentita CURIOSA
“Uscite, ballate, siate curiose di nuove esperienze.”
In questi giorni ho vissuto la mia prima notte a Las Palmas girando prima in un locale dove facevano musica africana, poi un altro dove si ballava la salsa con musica dal vivo, per poi finire in discoteca per qualche ora. Fare nuove esperienze ci permette di conoscere nuovi aspetti della nostra personalità.I giorni precedenti ero rimasta sempre in tuta, un po’ per comodità e un po’ per la svogliatezza del momento: la mia testa era occupata da altro e quell’aspetto non era fondamentale. Vestirmi, sentirmi bella, dentro a un abitino semplice, e perdermi nella musica sono alcune delle cose che amo più fare.
Capitolo 8: mi sono sentita INNAMORATA E MALINCONICA
Si può essere felici e malinconiche allo stesso tempo ? A me succede. Tra i motivi per cui non mi trasferisco a Las Palmas in pianta stabile, c’è anche una ragione di cuore. Prometto che vi farò conoscere prima o poi il motivo di questa luce negli occhi, che tante di voi hanno già notato. Una sera di queste avevo bisogno di uscire, ma ho preferito mettermi a scrivere una poesia per lui; l’ho condivisa e ci siamo entrambi commossi. Mi sono sentita felice, ma allo stesso tempo mancante di un pezzo di quotidianità che ad oggi non posso avere per tante ragioni. A volte mi proietto nel voler vivere situazioni perfette e fantastico andando oltre con la mia immaginazione… Ma poi faccio i conti con la realtà e capisco che adattarsi e cercare di organizzarsi, senza mettere in secondo piano i nostri bisogno è fondamentale.È bello e curioso allo stesso tempo osservare come i miei bisogni di donna stiano cambiando e mi intriga il pensiero di quanto cambierò ancora.
Capitolo 9 : mi sono sentita AMAREGGIATA
Pane o non pane? Che dilemma incredibile, vero? Assolutamente no. I dilemmi nascono da polemiche ed attacchi, mentre la formazione ed il confronto nascono da riflessioni, esperienze e condivisione. Quella mattina mi ero già svegliata storta: Apple non si faceva ancora sentire, la situazione app era bloccata e io, a pochi giorni dall’evento, mi sentivo un occhio infiammato, lo stesso che lo scorso anno che mi aveva tenuto a letto per 10 giorni.
Appena apro gli occhi mi arriva un messaggio :
?Vale : “Selly una tua frase sta scatenando un putiferio”
Non potevo credere che ci fossero quei toni nei miei confronti e soprattutto quelle accuse, per di più nella mia community.Sono stata accusata di non sapere ricevere le critiche. Ciò che penso è che nella vita nessuno, me compresa, si può permettere di giudicare cosa fanno o non fanno gli altri perché la realtà dei fatti è che noi abbiamo una conoscenza molto limitata della vita altrui, nonostante si pensi di poterla conoscere bene. Non immaginate, in questi anni, quanta cattiveria abbia dovuto mandare giù e soprattutto quanto trovi assurdi gli attacchi di professionisti che per farsi valere hanno bisogno di distruggere o criticare gli altri.
Mi avete mai sentito parlar male di qualcuno ? Mi avete mai sentito dire che noi siamo migliori rispetto a qualcun altro? No. E non lo farò mai perché io voglio spendere le mie energie e risorse per costruire la realtà di SGP e, per farlo, non ho alcun bisogno di mettere in cattiva luce qualcun altro.
La community di SGP non è solo un gruppo di persone a cui interessano temi come l’alimentazione, il fitness e la crescita personale, ma desidero che sia un’oasi di educazione, rispetto e condivisone costruttiva dove la cattiveria e le polemiche stanno a zero.Non chiedo a nessuno di seguirmi, di seguirci o di comprare i miei programmi, ma esigo rispetto e sensibilità per il lavoro che faccio con il mio team ogni giorno e su questo non transigo.
Quel giorno ero amareggiata e confusa. Non era stato solo quel commento a farmi sentire così, era stata l’idea che in poco tempo e per poco le persone si fossero in grado di dimenticare facilmente tutto quello che di buono era stato, accanendosi per una frase non contestualizzata.
Ho sentito che la mia libertà venire intaccata e, devo essere sincera, non voglio che lo sia soprattutto fuori dal contesto SGP, dove comunque voglio ritenermi una donna libera. Ho pensato molto quel giorno e anche in quel caso stare con me stessa mi ha fatto toccare emozioni contrastanti che con molta naturalezza si sono trasformati, senza che io lo ricercassi.
Capitolo 10: THE SHOW MUST GO ON
Posso finalmente dire che abbiamo trovato una soluzione per l’app e a brevissimo vi daremo tutte le informazioni.
Sono contenta e carica di prendere l’aereo e tornare a Milano perché finalmente è arrivato il momento del nostro primo evento che si svolgerà il 9 febbraio: sono certa che passerò dei bellissimi momenti dal vivo con 20 delle mie ragazze. Ci alleneremo insieme, potranno vedere l’app per prime e mostrerò anche l’anteprima della capsule collection. Non vedo l’ora di dedicarmi a loro e di costruire dei ricordi indimenticabili.
È stato un happy friday lungo, scritto di getto… Vi ho raccontato tante cose, più di tutto però oggi vorrei che vi portaste a casa la consapevolezza che siamo donne, complicate, bellissime, capaci e forti proprio per le nostre moltissime sfumature.
Non sentitevi mai sbagliate o pazze per i vostri sbalzi di umore, per le vostre fragilità e per la vostra iper sensibilità e, soprattutto, non permettete a nessuno di farvici sentire.
Si può essere tristi e felici, grate e incomplete, ma questo significa essere vive.
La vostra SELLY
07 Febbraio 2020